Thomas Sangermani Psicologo Psicoterapeuta – Vigevano Cilavegna Pavia

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SENSI DI COLPA

Il senso di colpa scaturisce quando si arreca un danno a qualcuno o quando è capitata una diversa sorte rispetto a quella della “vittima”. Spesso si tenta di ristabilire un bilancio equo in due modi: o riparando e aumentando le fortune della vittima o danneggiandosi, diminuendo cioè le proprie fortune.
Spesso il senso di colpa è inoltre accompagnato al continuo ripensare all’accaduto (rimuginio) senza darsi pace.

Come accennato in precedenza, i sensi di colpa sono distinguibili in due tipologie (Baldini 2004):

Senso di colpa della buona sorte (o del sopravvissuto): si avverte una discrepanza tra le proprie fortune e quelle di un’altra persona che ha subito una sorte diversa, ricevendo un male maggiore o non ricevendo lo stesso bene (per esempio salvandosi da una catastrofe a differenza di un’altra persona, o ricevendo un premio o un bene che ad un altro non viene dato).
Tale discrepanza viene percepita dalla persona come iniqua, ingiusta e immeritata.

Senso di colpa per irresponsabilità: attraverso una propria azione o omissione (avrei potuto/dovuto fare altro) si arreca danno a qualcuno. Per provare tale senso di colpa si deve assumere che la propria condotta è stata riprovevole e che ci si sarebbe potuto comportare diversamente; l’esito infine, oltre che dannoso è vissuto come ingiusto.

Il colpevole spesso non considera altre proprie sfortune o altri propri meriti (e contemporaneamente seleziona solo particolari fortune e meriti della vittima). Modificare i termini del confronto, considerando quanto trascurato o sottovalutato, può quindi risultare utile per modulare il senso di colpa.

Bibliografia

Baldini F. (2004), Homework: un’antologia di prescrizioni terapeutiche, McGraw-Hill, Milano.

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